Per comunicare in modo corretto, si
commette invece l’errore di usare le parole in modo errato, con eufemismi, con
locuzioni troppo politically correct.
È il caso, per esempio, di «diversamente abili».
Si tratta di un eufemismo, di un'espressione molto
contestata nel campo della disabilità.
Così succede che la ricerca di espressioni corrette
si traduca poi in un uso improprio della parola. Da qui, nuovi neologismi, come
diversabile e diversabilità.
Se si usa «diversamente abili» si tende ad
evidenziare infatti l’abilità, al posto della disabilità. In realtà, tutti
siamo diversamente abili.
Questa espressione nasce negli Stati Uniti all’inizio
degli anni Ottanta per sostituire il termine handicappato. Così è nata l’espressione
inglese differently abled. Lo scopo è di attribuire un senso positivo all’espressione.
In altre parole si tratterebbe di un paradosso, di
un aspetto negativo. È come dire diversamente ricco per indicare una persona
povera o diversamete intelligente per indicare una persona stupida.
Rifacendosi alla Convenzione sui diritti delle
persone con disabilità dell’Onu, è possibile sostituire la locuzione con
persona con disabilità.
Serena Marotta
fonte immagine: web
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